Arizona: Monument Valley
Partenza ore 8.00 percorriamo la route 98 e poi la 160 in 2 ore e mezza circa siamo a Kayenta. Kayenta è una città abitata in prevalenza da nativi. All’inizio mi stupivo tantissimo appena li vedevo, poi mi sono resa conto che erano così tanti, che non c’ho più fatto caso. Chi vi scrive è una native supporter ,se così posso chiamarmi, devo però purtroppo ammettere che in generale questi Navajos, non mi hanno fatto una buona impressione. Appaiono tutti molto indolenti, quasi infastiditi del fatto che , in definitiva, il turista che arriva porta soldi, e visto che siamo in una riserva, i proventi vanno tutti nelle loro tasche. Sono molto lenti, svogliati, va bene che fa caldo, va bene che magari li ho trovati tutti nel loro giorno no…però…mah! forse mi sbaglio…in ogni caso vedo degli accattoni che dormono sdraiati fuori del supermercato, questo non mi piace…
Ripartiamo e la nostra destinazione è ovviamente la Monument Valley, che raggiungiamo percorrendo circa 15 miglia sulla 160, verso la fine della strada cominciano ad apparire delle bancarelle di nativi, non ci fermiamo, eventualmente al ritorno.
Arrivati all’ingresso, paghiamo 10 dollari alla signora che sta al casello ed entriamo :il colore dominante è ancora una volta il rosso, già si vedono poco lontano i buttes caratteristici che tutti conosciamo, entriamo prima al visitors center….che è ovviamente chiuso, vado alla rest room al piano terra, sul cui commento, è meglio sorvolare, salgo la scala che mi porta al gift shop ( quello è aperto però…chissà come mai…) e il bagno qui, per fortuna ha delle parvenze umane, abbastanza pulito, per lo meno igenizzato.
Il negozio è molto bello, pieno di cose costosissime fatte dai nativi, tanti ricordini più commerciali e un po’ meno expensive, c’è pure il ristorante, oppure una specie di take away e per la modica cifra di 14 dollari riusciamo a mangiare 2 piccoli panini con 2 coke: per la monument valley questo ed altro!
Fuori all’aperto assistiamo ad uno spettacolo di canti popolari ritmati al suono di un tamburo, molto suggestivo, e molto bravi i cantanti.
Finalmente ci dirigiamo verso il chiosco che organizza le visite guidate in camioncini guidati dai nativi: i prezzi vanno da 30 dollari a persona a 70 a testa se si vuole entrare anche nella restricted area, dove sulle pareti del canyon si possono vedere degli affreschi e delle pitture rupestri.
Decidiamo di fare il giro corto, con la nostra macchina; la decisione si rivela la migliore, perché man mano che ci addentriamo nella valle, vediamo come le jeep dei nativi non si fermino quasi mai nei vari points of view, vanno molto veloci…quasi non ti lasciano il tempo per gustarti lo spettacolo; attenzione però c’è effettivamente un margine di rischio ad avventurarsi da soli…ci si può trovare in uno dei famosi flash flood, che qui dicono siano improvvisi e molto pericolosi, certo non deve essere bello trovarsi infangati nella sabbia rossa della monument durante un temporale! Avremmo fatto il giro lungo, a bordo di una gip, ma 140 dollari ci sono sembrati veramente una ladrata…tutto ha un limite!
Che dire, la monument è davvero bellissima, in tutto questo viaggio continuo a dire che ogni cosa che vedo è meravigliosa, dovrò inventarmi qualche sinonimo perché mi rendo conto che rischio di diventare ripetitiva…ma è la realtà, ogni paesaggio, ogni cosa è diversa e a suo modo fantastica…unica! Ci sono una decina di point of view, da cui poter scattare le foto più svariate, ma attenzione : a parte che i navajos sono ben chiari sul fatto che non si può camminare fuori della strada principale, non si possono avvicinare le zone residenziali ( ci sono ancora navajos che vivono all’interno della valle nelle case fatte di terra, tipiche della loro tradizione), sarebbe anche stupido farlo…se date un’occhiata agli animali imbalsamati che ci sono nella teca del gift shop…vi passa la voglia: ragni grandi e pelosi, rettili orribili, scorpioni pericolosissimi…meglio battere il sentiero conosciuto!
Il giro ci prende circa 2 orette, approfittiamo delle bancarelle che si trovano proprio dentro alla Monument valley , lungo la strada, per comprare dei gioiellini locali fatti col turchese, e poi torniamo verso casa.
Ci rimane anche del tempo per fare un bagno in piscina nel nostro albergo, dopo di che, cena al Burger King: l’indiana di turno “immusonitissima” ci prepara 2 panini intimandoci di non dimenticare il nostro numero!
Stiamo per uscire, ci affianca un nativo, che nulla ha del mendicante, e invece che fa ? Ci chiede 2 dollari, inventandosi la storia dell’orso e dicendoci che sarebbe molto contento se noi glieli dessimo…beh non abbiamo spiccioli, abbiamo solo 1 dollaro, che prontamente gli allunghiamo: non ci crederete; questo si è pure stizzito, ha fatto una faccia incredibile e poi se n’è andato a fermare un’altra coppia che stava passando di là….Per questo motivo vi consigliamo, se non siete in compagnia, di mangiare nel vostro albergo, non si sa mai chi potete trovare sulla via del ritorno, il tipo qui non sembrava per nulla aggressivo,anzi di norma gli indiani non sono violenti, ma abituati alle notizie del mondo di oggi, non mi stupirei se potesse succedere qualcosa di spiacevole….
Torniamo nel nostro albergo, è stata una giornata fantastica, purtroppo abbiamo avvertito nella maggior parte dei nativi con cui siamo venuti a contatto, molta freddezza e un certo che di astioso…
Siamo d’accordo sul fatto che possano avercela con gli americani, che abbiano subito infinite ingiustizie, ma io sono persuasa che sia un atteggiamento che fa parte della loro cultura. Hanno un umorismo diverso dal nostro, difficilmente ridono alle nostre battute, forse non le capiscono, probabilmente non è neanche scortesia, hanno dei ritmi diversi, e a mio parere il concetto del lavorare per vivere non gli appartiene proprio, sono fatti così. Credo che pensino di non doverci piacere per forza: la riserva è loro se ci si vuole entrare si paga, tutto qui, non dobbiamo diventare amici; i nativi tengono sempre ad una certa distanza…forse retaggio di un tempo in cui si sono fidati un po’ troppo….
Un pensiero speciale va invece agli indiani che oggi sono stati più che gentili con noi, con cui abbiamo intavolato delle piacevoli chiacchierate e che ci hanno regalato dei larghi sorrisi; hanno sicuramente reso più vera e più bella la nostra visita alla favolosa Monument valley!
Ah dimenticavo di dire che la nazione Navajo rispetta l’ora legale mentre il resto dell’Arizona no: tenetene conto perché quando arrivate qui perdete un ora…notte
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