La fine è il mio inizio

E da qui il mio passo
verso l'unica rivoluzione che serve,
quella dentro di te. Le altre le vedi.
Le altre si ripetono,
si ripetono in maniera costante,
perché al fondo c'è la natura dell'uomo.
E se l'uomo non cambia,
se l'uomo non fa questo salto di qualità,
se l'uomo non rinuncia alla violenza,
al dominio della materia, al profitto,
all'interesse, tutto si ripete, si ripete, si ripete.
(Tiziano Terzani, "La fine è il mio inizio")


Solo un paio di riflessioni sull’operato di questo governo e sulle misure che sta adottando. Badate bene, non mi interessa molto che sia un governo di destra, credo che ormai ci sia davvero poca differenza e credo che la differenza la possano fare soltanto i cittadini e le cittadine di questo paese facendo sentire la propria voce e scendendo in strada per riappropriarsi di quegli spazi che stanno tentando di rendere insicuri. Perché questo è un dato di fatto, l’insicurezza è una percezione, non è reale e questo lo diceva sul corriere della sera magazine un generale dell’esercito Carlo Jean, puntualizzando che i morti per terrorismo o per omicidi sono molto minori, ad esempio, dei morti per incidenti stradali. La maggior parte delle violenze e delle aggressioni contro le donne avviene, dati alla mano Istat del 2006, all’interno della difesa e intoccabile famiglia. Paradossalmente una donna è più sicura fuori di casa che dentro…ma che dire è un po’ come la paura dell’aereo…statistiche alla mano, rimane comunque incontrollata. E quindi? Mi sono interrogata su questo per molto, molto tempo…perché anch’io sono vittima, come tutti, dei mass media e nonostante viva a Padova da 10 anni e non abbia mai ricevuto una sola molestia, ne un’aggressione, ne tanto meno una rapina, anch’io quando la sera esco mi capita talvolta di sentirmi insicura, senza motivo. Il semplice e immediato ragionamento che ho fatto è partito dalla riflessione che io mi sento sicura quando c’è gente intorno a me, quando la città è viva, le persone camminano per strada, sono nei locali e vivono la loro città. Come potrei sentirmi insicura?
Così sono andata a guardare il significato inglese del termine. Loro ne hanno 2 security e safety. Ecco dove sta l’inghippo, qui abbiamo tradotto solo il primo, ma la chiave è il secondo significato, sicurezza come benessere, come star bene. L’esercito, la polizia, la militarizzazione della città non fanno altro che alimentare questo senso di insicurezza perché in realtà restare chiusi in casa, svuotare le città della nostra presenza è il gioco del controllo che da secoli il potere esercita…il controllo sui cittadini e sulle cittadine da sicurezza, a loro, mentre rende noi schiavi dei mass media. E poi la seconda manovra che non mi piace è che pare tanto una fregatura è che gettare tanto clamore sulla questione sicurezza sposta l’attenzione da problemi ben più gravi che affliggono la nostra società. Ad esempio la precarietà istituita dai governi di sinistra e alimentata da tutti i successivi in modo indiscriminato, precarietà che non significa solo un contratto a progetto fino ai 35-40 anni, soprattutto per le donne, che in Italia rimangono comunque il fanalino di coda sia per quel che riguarda la partecipazione politica, i ruoli di potere e il lavoro, precarietà è un termine che coinvolge l’intera vita di una persona che è costretta a dividere l’affitto fino a 40 anni con altre persone, nella migliore delle ipotesi, altrimenti sta a casa con i genitori. È difficile fare un progetto di vita con il/la tuo/a partner, pensare di avere una casa di proprietà, figuriamoci un figlio. Lasciando perdere le situazioni di marginalità, con cui io lavoro da anni e so bene cosa significa essere donna, nera, immigrata, magari con un figlio a carico e sentire “el paron” che ti dice che non assume le NEGRE, la precarietà riguarda molti, moltissimi giovani. Io ho una laurea e un master e guadagno così poco da non poter permettermi di vivere da sola, compro la macchina a rate e grazie a dio ho dei genitori che possono aiutarmi, ma questo è il mio caso e tutti gli altri?Quelli che i genitori hanno finito l’anno scorso di pagare la loro casa e che dopo il passaggio all’euro si sono ritrovati con lo stipendio dimezzato. Questi ed altri problemi sociali tormentano la vita delle persone e sapete cosa succede?L’IMMIGRAZIONE…il vero problema dell’Italia…e la SICUREZZA. Io comincio a sospettare che il vero problema dell’Italia siano gli italiani. Io non voglio accettare questa politica da stato militare, queste discriminazioni che alimentano violenza e odio nei confronti di chi è diverso a vario titolo. Il messaggio che voglio dare è profondamente spirituale, impariamo a lottare per costruire, non per distruggere, ad amare invece che ad odiare.
Ogni giorno la nostra vita può influire in ciò, nel proporre un nuovo concetto di sicurezza che prenda le distanze dalle politiche patriarcali, razziste e di controllo delle istituzioni per ridare spazio alla soggettività di ognuno alla partecipazione attiva di tutti i cittadini e le cittadine al cambiamento sociale e culturale.
Esistono forme di comunicazione alternative che non riducono tutto a un fatto di cronaca, perché se un marito uccide la propria compagna il problema non è il marito, è il contesto sociale e culturale in cui ci troviamo a vivere che ritiene normale che la donna abbia quel ruolo…sono andata nelle campagne padovane, per il mio lavoro e ho constatato che “battere” la donna è considerata una cosa normale e le nuove generazioni non crescono diversamente.
Potrei dilungarmi ancora per altre cinque pagine spiegando che forse alimentare violenza, perché per me la città militarizzata è violenta, non crea sicurezza…forse sarebbe bello camminare per strada e non aver paura di incrociare un po’ di diversità. Un po’ di relax…meglio vivere sereni che star sempre a progettare il modo per eliminare ciò che non è uguale a noi. Almeno io vivrei più serena in un luogo dove la gente non si odia, e voi?

Un abbraccio
Laura

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