6 agosto, Viaggio ai confini del mondo: Ile d’Ouessant

Ci svegliamo e lasciamo in fretta il pessimo Hotel Ibis e la città di Brest che non ci hanno entusiasmato (come da programma). Imbocchiamo la strada per Le Conquet dove ad attenderci c’è l’imbarco per l’Ile d’Ousseant. Lasciamo l’auto in un parcheggio obbligato piuttosto distante dal porto ma con servizio navetta. Mezz’ora dopo siamo seduti in nave, la traversata durerà un’oretta, piuttosto travagliata visto che l’Atlantico ci regala un’onda alta e lunga che fa ballare un poco l’imbarcazione. Arriviamo comunque sani e salvi in porto e appena scesi ci si pongono due opzioni: andare dalla parte opposta dell’isola, in paese, con una navetta o noleggiare una bici. Decidiamo per questa seconda possibilità, in fondo sono solo 4 km e poi avremo più libertà di movimento. La scelta è azzeccata in quanto ci permette di immergerci appieno nelle bellezze dell’isola con frequenti fermate per immortalare gli angoli più belli ed emozionanti. La grandezza dell’isola fa sì che i turisti si disperdano e quindi si gode della selvaggia bellezza della natura sferzata dal vento e dal mare tanto che in alcuni punti si ha veramente la sensazione di essere ai confini del mondo. Il cielo accentua questo effetto in quanto si alternano cupe nuvole e bagliori di sole che colorano in modo sempre diverso il panorama. Dal centro del piccolo paese di Lampaul, alle case di pietra e granito con i giardini splendidamente fioriti l’isola sembra rimasta intatta al passare del tempo, ultimo approdo per le navi che si avventurano nell’oceano e fulgida speranza per chi torna verso casa. E’ un luogo affascinante che meriterebbe di trascorrerci almeno una notte per poi percorre i suoi innumerevoli e bellissimi sentieri a piedi o in mountain-bike e scoprire ogni incredibile scorcio.
A malincuore prendiamo il traghetto di ritorno, ci aspettano cento chilometri per raggiungere la prossima chambre d’hote a Douarnenez. La cittadina portuale è carina e come da promessa, il porto ospita sia i pescherrecci che le imbarcazione a vela da diporto. Nonostante la posizione costiera il paese non brulica di vita ed è al porto che troviamo un posticino carino dove poter assaggiare una delle specialità della Bretagna ovvero Mules Frites: un piattone di cozze contornate da patatine fritte e innaffiate da buon sidro. Soddisfatti facciamo due passi per il porticciolo, ma vista la scarsa animazione decidiamo di fare una capatina nei pressi dell’enclo della cittadina che al buio mette veramente i brividi. La nostra camera è li vicino e quindi decidiamo di farvi ritorno per prepararci a domani che sarà un'altra giornata alla scoperta delle svariate anime di questa incredibile terra.

Commenti

Post popolari in questo blog

Fougeres e Pontorson: le porte della Bretagna

Wikileaks: prove o test di democrazia

4 agosto 2012 Fort La Latte, Cap Frehel, Ile de Brehat, Paimpol